Se a partire dalle regioni più meridionali in Italia la coltivazione dell’olivo si sviluppa nel IV-III sec. a.C., in Abruzzo, viste le favorevoli condizioni pedoclimatiche (cioè, l’insieme delle condizioni del suolo e del clima), questa coltura non tarda ad affermarsi. Le prime tracce della vocazione olivicola dell’Abruzzo risalgono al periodo della dominazione romana, quando le misure protezionistiche adottate da Roma favoriscono una espansione dell’olivicoltura ed anche dell’industria olearia con il fiorire di numerosi “trapetum”, di cui una splendida testimonianza si rinviene a Pennapiedimonte (CH). Con il vocabolo latino “trapetum” si indica il “trappeto” o “frantoio” o “torchio” delle olive. Virgilio attesta la presenza dell’olivo nella Marsica, mentre Ovidio ne documenta la produzione nella Valle Peligna. Nell’età imperiale, inoltre, numerosi sono gli scambi commerciali tra i Municipi Romani della nostra regione (Anxanum, Histonium, Cluviae, l’attuale Piano La Roma di C…