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Se a partire dalle regioni più meridionali in Italia la coltivazione dell’olivo si sviluppa nel IV-III sec. a.C., in Abruzzo, viste le favorevoli condizioni pedoclimatiche (cioè, l’insieme delle condizioni del suolo e del clima), questa coltura non tarda ad affermarsi. Le prime tracce della vocazione olivicola dell’Abruzzo risalgono al periodo della dominazione romana, quando le misure protezionistiche adottate da Roma favoriscono una espansione dell’olivicoltura ed anche dell’industria olearia con il fiorire di numerosi “trapetum”, di cui una splendida testimonianza si rinviene a Pennapiedimonte (CH). Con il vocabolo latino “trapetum” si indica il “trappeto” o “frantoio” o “torchio” delle olive. Virgilio attesta la presenza dell’olivo nella Marsica, mentre Ovidio ne documenta la produzione nella Valle Peligna. Nell’età imperiale, inoltre, numerosi sono gli scambi commerciali tra i Municipi Romani della nostra regione (Anxanum, Histonium, Cluviae, l’attuale Piano La Roma di C…

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L'Abruzzo enologico è ormai una grande realtà. Lo dimostrano la crescita qualitativa, l’interesse della critica e del mercato e i successi riportati ogni anno nei concorsi nazionali e internazionali. Merito soprattutto di una forte valorizzazione del territorio e dei suoi vitigni autoctoni più importanti e di una nuova generazione di enologi e di imprenditori vitivinicoli. L’Abruzzo è una regione del centro Italia con una certa rilevanza nella produzione di vini rossi e che ha conosciuto negli ultimi anni una sostanziale crescita qualitativa dei vini. I vigneti del territorio abruzzese ricoprono poco più di 37 mila ettari con una produzione annua di 3,8 milioni di ettolitri di vino e la vitivinicoltura oggi è senza dubbio il comparto più importante nell’ambito della produzione agricola regionale. I tre quarti della produzione complessiva di vino provengono da 40 cantine cooperative (32 attive in provincia di Chieti), che unitamente a quelle private compongono un quadro di 160…

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