I costumi folkloristici rappresentano un patrimonio culturale, che svela il cammino della storia, delle tradizioni e dei gusti locali, esprimendo usi ed abitudini del popolo e la volontà di quest'ultimo di conservare nel tempo un mondo di valori, che cementa ed unifica. L'Abruzzo, più di altre regioni italiane, tende a conservare gli antichi costumi. I costumi femminili abruzzesi posseggono la grazia e l'opulenza tipica dell'abbigliamento della festa, momento in cui si era soliti sfoggiare gli abiti più belli, mantenuti integri per generazioni e destinati alle occasioni più importanti per il popolo: le ricorrenze religiose, i riti matrimoniali, le feste del patrono.
Il costume femminile abruzzese è costituito, come tutti i costumi tradizionali, da elementi essenziali: gonna ampia, corpetto e camicia vaporosa. La gonna, di colore nero o rosso, di stoffa pesante, bordata da ricami dorati, è ricoperta davanti da un grembiule bianco di lino con applicazioni di merletti. Il corpetto, di solito in velluto nero, può presentare applicazioni di passamaneria (insieme dei vari tipi di tessuti e intrecci utilizzati per guarnizione nell'abbigliamento, come bottoni, fiocchetti, merletti, ecc.) più o meno ricche. Sotto il corpetto si indossa una bianca camicia con pizzi ricamati a mano, reminiscenza dei rinascimentali indumenti femminili, mentre copre la testa un ampio fazzoletto bianco, abbellito da inserti di altra stoffa, solitamente quella della gonna. Indumento tipico del costume tradizionale femminile abruzzese era un panno rettangolare color vinaccia, che veniva avvolto stretto al corpo dal petto alle gambe e fungeva da sottoveste (“Lu Fasciatore”). Era in lana e tessuto in casa. Identico al “fasciatore”, ma di dimensioni più grandi, era un mantello o scialle rustico da usare in inverno per coprirsi dal capo in giù. Per il lavoro nei campi si calzavano le “ciocie”. Si calzavano anche delle ciabatte di cuoio o di gomma. Pochi ma caratteristici i gioielli, come le sontuose catene d'oro a vaghi (elementi sferici o ovali) d'oro, chiamate "cannatore", forse di origine longobarda; oppure i tipici ciondoli in filigrana, "la presentosa", a forma di stella con due cuori intrecciati al centro, dedicati agli innamorati; infine gli orecchini pendenti a navicella, "le sciacquaje", tra le forme più arcaiche di gioielli.
L’abito nuziale femminile della tradizione abruzzese prevede: in testa il velo o un fazzoletto di tulle bianco lungo fino alle spalle; il corpetto in seta rossa con maniche lunghe e polsini allacciati con bottoni dorati; la gonna bianca e il grembiule azzurro in lino o altro tessuto; le scarpe nere di cuoio e le calze bianche.
Più semplici i costumi maschili, come accade in quasi tutti gli abbigliamenti tradizionali: sono realizzati in panno o in velluto nero, con pantaloni al ginocchio, calzettoni bianchi, giacchetta corta con o senza bottoni, panciotto e camicia con colletto ricamato. Ai piedi le "ciocie", i cui lacci si legano intorno ai polpacci, coperti da grosse calze di lana bianca o scarpe di cuoio con fibbia d'argento.
L’abito nuziale maschile della tradizione abruzzese prevede: la giacca in velluto color verde bottiglia o blu; i pantaloni corti fino al ginocchio con bottoni dorati all’allacciatura; la camicia bianca con colletto allacciato con nastrino di seta rossa; le calze bianche a maglia; le scarpe con la fibbia.
Da segnalare a Sulmona il “Museo Civico del Costume Popolare Abruzzese Molisano e della Transumanza”, ospitato nella sala del Campanile del complesso della Santissima Annunziata, dove sono esposti un corpus di acquerelli e stampe di costumi tipici abruzzesi e molisani, che vanno dal 1790 al 1861, e una collezione di vestiti e oggetti della vita pastorale.
I ragazzi del Quadrifoglio