I bocconotti sono dei dolci tipici della tradizione abruzzese, ma anche molisana, lucana, pugliese e calabrese con un ripieno che varia a seconda delle località in cui viene prodotto. La leggenda popolare fa risalire la prima elaborazione di questo dolce alla fine del Settecento, nel territorio abruzzese. In quel periodo infatti iniziò l'importazione di cioccolato e caffè. Si narra che in un paese d'Abruzzo (Castel Frentano, in provincia di Chieti) una domestica, per omaggiare il suo padrone, goloso di questi due nuovi prodotti, inventò un dolce che ricordava la tazzina di caffè (naturalmente senza manico e senza coperchio), realizzando l'esterno con la pasta frolla e riempiendo l'interno con caffè e cioccolato liquidi. Alla prima cottura vide che il ripieno rimaneva troppo liquido; allora decise di addensarlo con mandorle (che in Abruzzo venivano importate dalla Puglia) e tuorli d'uova e di ricoprire la “tazzina” con un coperchio che a cottura ultimata spolverò di zucchero a velo. Quando il padrone assaggiò il dolce ne rimase estasiato e chiese alla sua domestica come si chiamava; la donna, che non gli aveva dato nessun nome, improvvisò chiamandolo “Bocconotto”, visto che si mangiava in un solo boccone. Ovviamente ai tempi, il dolce era prerogativa ed esclusivo privilegio dei ceti più abbienti e diverse ricette ottocentesche sono state rinvenute proprio presso le antiche abitazioni signorili del paese, tuttavia ad oggi non abbiamo informazioni attendibili riguardo la provenienza del bocconotto, che andò in seguito diffondendosi tra la popolazione. Realizzato con olio, farina, zucchero, mandorle, uova e cioccolata, “lu buccunotte”, opportunamente sistemato nel tipico stampo di rame stagnato, veniva un tempo cotto sulla pietra del focolare o nell’unico forno del paese, dove le signore si recavano con le teglie adagiate sulla testa, per cuocere quelli che erano considerati i dolci della festa e che ormai si possono trovare tutto l’anno. Le sue dimensioni sono rimaste piccole, e tali quindi da poter essere mangiati in un solo boccone, fino agli anni ‘50 del XX secolo, quando iniziarono ad aumentare sino a giungere ai 6/7 centimetri di diametro attuali e 2/3 centimetri di altezza. Il ripieno fu variato, ma fino a quell'epoca vi si aggiungeva anche un chicco di caffè, a ricordo del caffè messo inizialmente e per aromatizzare il ripieno. Secondo altri invece il bocconotto avrebbe origini pugliesi o calabresi.
Esiste una variante dolce ed una variante salata. La variante dolce è sempre fatta di pasta frolla, in Abruzzo fatta sempre con l’olio al posto del burro, con un ripieno che prevede quasi sempre le mandorle, o, in alternativa, le nocciole, e marmellata o cioccolato o miele o pappa reale o crema pasticcera secondo le varianti regionali. In origine per il ripieno dei bocconotti si usava anche il mosto cotto, che oggi alcuni sostituiscono con un liquore aromatico (maraschino, alchermes, rum). I bocconotti vanno spolverati abbondantemente con lo zucchero a velo e serviti, magari, con del vino passito. La versione salata varia sia nella farcitura e sia nell'involucro: la pasta frolla è sostituita dalla pasta sfoglia e si usa un ripieno di funghi, rigaglie di pollo, animelle e tartufo, anziché il cioccolato e le mandorle.
Il bocconotto di Castel Frentano è un prodotto agroalimentare la cui tipicità è riconosciuta dalla regione Abruzzo, caratterizzato dalla presenza nel ripieno di cioccolato, cannella e mandorle tostate. Esiste anche una variante pescarese uguale a quella di Castel Frentano con la sola aggiunta del liquore Centerba. Sempre in Abruzzo troviamo il bocconotto di Montorio al Vomano in provincia di Teramo, dolce tipico del territorio e vanto della pasticceria locale, è caratterizzato dal ripieno di marmellata d'uva, solitamente uva Montepulciano, che viene aromatizzata con mandorle tostate e tritate, cioccolato e cannella in polvere. Secondo la tradizione teramana, i bocconotti erano un dolce tipico natalizio e dovevano essere preparati ogni anno all’inizio del mese di dicembre, in enormi quantità, per poi essere regalati a parenti e conoscenti oppure offerti agli ospiti per tutta la durata delle feste natalizie. In Puglia si hanno delle varianti con ripieno d’amarene e di mandorle, o di ricotta e canditi (ricetta delle monache benedettine di Bitonto); in Calabria, a Mormanno nel cosentino, che rivendica una ricetta vecchia di 700 anni (che precederebbe quindi l’invenzione di quelli abruzzesi), i bocconotti, originariamente chiamati "Varchiglie", forse perché si utilizzavano delle forme di metallo a forma di barca, venivano farciti con un ripieno di farina di mandorle e zucchero, oppure, nella versione più economica, con la marmellata e, oggi, anche con il cioccolato e spolverati di zucchero a velo.
I ragazzi del Quadrifoglio