Il progetto “Valori e non valori: il coraggio delle donne” rappresenta un percorso dedicato alla conoscenza dei non valori dell’odio, dell’egoismo, della paura, dell’opportunismo e della violenza che sono stati in forte aumento durante e dopo la pandemia Covid 19.
Con questo progetto i pazienti hanno approfondito sul piano psicologico, sociologico e culturale il tema delle donne siriane, afghane, curde, ucraine in contesti di guerra e disperazione, senza tralasciare il dolore delle donne migranti, in cerca di una vita migliore e sempre più vittime dell’egoismo e dell’indifferenza.
Hanno svolto inoltre una costante attività di informazione sul tema del coraggio delle donne nei contesti di mafia, della forza della loro voce, come le indimenticabili Rita Atria e Felicia Impastato. Di rilevante importanza è stato anche il tema del ruolo delle donne partigiane ed ebree, che hanno contribuito ad affermare i diritti delle donne.
Dedicato a tutte le donne che, ieri come oggi, lottano per la propria libertà
L’obiettivo che il progetto si prefigge di raggiungere è quello di promuovere nei pazienti una significativa crescita culturale, volta a contrastare i sentimenti negativi e favorire il recupero dei valori dell’uguaglianza, della cultura, del rispetto per il prossimo e per le regole.
La problematica della violenza è stata vissuta in prima persona da molti nostri pazienti in alcuni episodi di vita precedenti al percorso riabilitativo, alcuni di loro ne sono stati vittime, altri artefici. Per pazienti autori di reato che si sono resi responsabili di maltrattamenti e violenze di genere in famiglia nella loro storia giudiziaria, il progetto riveste quindi una notevole importanza anche in un’ottica di prevenzione delle recidive di reato.
Il progetto ha visto lo svolgimento di una prima parte teorica di apprendimento, sul piano psicologico e sociologico, in cui abbiamo fornito ai pazienti informazioni sui temi della violenza sulle donne e del loro coraggio in contesti avversi.
In una seconda parte, invece, abbiamo avviato un laboratorio di falegnameria e di laser cut, in cui i pazienti, dopo una formazione professionale teorica, hanno ideato, progettato e realizzato delle opere artigianali, prendendo spunto dai temi affrontati. Le stesse opere, nel dicembre 2022, sono state trasferite in Vaticano ed utilizzate sia per addobbare l’albero di Natale di Piazza San Pietro, sia l’albero in Sala Nervi.
Le tematiche proposte, le modalità e gli strumenti utilizzati hanno coinvolto i pazienti in modo attivo e partecipe, rendendoli protagonisti: in particolare si è favorito il processo di conoscenza, si è stimolata la riflessione, il mettersi in relazione con gli altri. Si è sperimentato uno spazio di confronto, dove i pazienti hanno avuto la possibilità di chiarire ed esprimere le proprie opinioni migliorando così le competenze individuali e del gruppo.
Lo sviluppo e il potenziamento dei valori culturali e sociali sono stati perseguiti in relazione agli obiettivi corrispondenti definiti nella programmazione. I buoni risultati ottenuti, per quanto concerne i contenuti e le modalità operative, possono rappresentare una best practice trasferibile per esperienze analoghe.