Sempre più italiani ogni anno si mettono in cammino verso Compostela. Non sempre sanno cosa cercano, e spesso non sanno neppure a cosa si troveranno di fronte. Questo libro è un piccolo compendio di suggerimenti, "dritte" e consigli per sopravvivere al Cammino più famoso al mondo. Dal perché partire alla depressione post viaggio, da quale cammino scegliere a come evitare le docce fredde o le cimici nei letti, da come bucare una vescica a come affrontare la pioggia... Senza dimenticare lo zaino, il cibo iberico, i riti della cattedrale, le toilette, i taxi e molto altro ancora. Un libro prezioso con consigli provati sul campo da un viaggiatore curioso durante molti viaggi lungo i diversi cammini per Santiago.
Continua da Verso Santiago de Compostela: l'itinerario possibile e le mutande.
Vorrei cominciare a spendere qualche breve parola sulle letture che sto portando avanti (le letture per questo viaggio, che trovano spazio all'interno di tutte le mie altre appassionate letture).
Questa è la prima che ho terminato, Come sopravvivere al Cammino di Santiago, di Fabrizio Ardito per ediciclo editore. L'ho scelta come prima non a caso: a differenza delle altre, che si focalizzano prevalentemente sull'itinerario di viaggio, descrivendo le caratteristiche di ogni singola tappa giornaliera e riportando informazioni tecniche e mappe, questo è un volume che potremmo definire "a tutto tondo", riguardo quanto c'è da sapere di utile prima di mettersi sulla strada.
Il volume è un «piccolo compendio di suggerimenti, "dritte" e consigli» (come spiega la sua descrizione), legate l'un l'altra dagli aneddoti e dalle esperienze personali dell'autore, che ha intrapreso questo viaggio più volte e su percorsi diversi (ho già accennato qui dell'esistenza di numerosi e diversi "Cammini" di Santiago. Trovate anche una cartina alla buona), comunque tutte contraddistinte da una certa dose di ironia di auto-ironia (siano benedette!), che rendono la lettura particolarmente scorrevole e piacevole, riuscendo anche a strappare un sorriso al lettore tra una pagina e l'altra.
Va detto: di quei suggerimenti e di quelle osservazioni, alcune riguardano specificamente il cammino di Santiago (che sia a piedi o in bici, soprattutto se a piedi, nonostante il nome dell'editore...), mentre molte altre sono assolutamente valide per qualsiasi altro viaggio che comporti diversi giorni di marcia e che sia da affrontare solo ed esclusivamente facendo affidamento alle proprie gambe. Quindi è una lettura consigliabile praticamente a chiunque senta - in cuor proprio - di essere una sorta di "avventuriero" o che voglia diventare tale.
L'autore parte comunque dalle basi, da un livello di preparazione basso o quasi nullo, motivo per cui chi ha già affrontato simili esperienze (come me) si troverà più volte ad esclamare "ok, questo già lo sapevo", oppure "sì, lo avevo immaginato". Tuttavia, procedendo tra i capitoli, si arricchisce di "dritte" sempre più mirate, preziose ed elaborate, rendendo la lettura - anche in questo caso - valida proprio per tutti, anche per chi è un minimo "navigato". Ad esempio, fino ad oggi io non sapevo come si medicasse una vescica, né come accelerare l'asciugatura delle scarpe dopo essere stati investiti da un acquazzone - no, non ve lo dico. Se volete saperlo, lo trovate nel libro.
Val comunque la pena fosse anche solo per sentire, tramite il ricorso a parole sempre originali e mai scontate, il racconto di un'altra persona che ben conosce le acque in cui si intende navigare e che, con il tempo e il suo bagaglio di esperienze, ha sviluppato uno sguardo critico ogni volta che viene chiamato ad osservarle.
p.s. avrei comunque trovato altrove questo dato, ma proprio da questa lettura ho appreso quanto sia trafficato il cammino di Santiago (segue schema tratto da internet), che è particolarmente affollato da maggio fino settembre, con un picco massimo (e spaventoso) durante il mese di agosto. Avevo già deciso che il mio viaggio dovrà necessariamente essere intrapreso a marzo o ad aprile, questo rafforza la mia decisione.