Anni fa ero a passeggio per Assisi. Dopo il giro di rito, entro in una libreria del centro, così suggestiva e curata che decido tassativamente di acquistare un libro prima di uscirne. La mia scelta ricade tra due volumi, entrambi trattanti itinerari per un turismo alternativo e sostenibile, da affrontare in bici (il mio caso) o a piedi: "Italia coast to coast" (scheda) e "Il cammino di Santiago" (scheda e scheda). Avevo già affrontato percorsi tecnicamente impegnativi e di più giorni, ma mai così lunghi, per cui scelgo ragionevolmente per il primo.
Tornato a casa, ripongo quel libro su uno scaffale. Nel momento in cui lo incastro tra gli altri, mi prometto che un giorno affronterò quel viaggio. Così, un'estate qualsiasi, in un momento difficile della mia vita - più difficile di altri, decido di chiudere col passato e di aprire una nuova stagione di quella vita. Decido che quel nuovo inizio deve coincidere con l'inizio di un viaggio. Riprendo il libro dallo scaffale, ormai impolverato, ci soffio sopra e decido che quel giorno è arrivato.
Partito da Ancona, ho attraversato le Marche collina per collina (Treia, San Severino, Camerino); passando sull'Appennino umbro-marchigiano, sono entrato in Umbria (Nocera Umbra, Assisi, Foligno, Todi, Orvieto) per poi scendere nel Lazio (lago di Bolsena, Onano); da lì, passando per la Maremma, sono risalito fino in Toscana (Sorano, Pitigliano, Manciano, Capalbio), arrivando alla laguna di Orbetello. 540km in solitaria per 10.542 m di salita.
Quello che segue è un piccolo racconto fotografico di quell'avventura, con brevi didascalie a margine.
Inutile che ve lo dica: passando per Assisi, sono tornato in quella stessa libreria. E, dopo aver raccontato alla proprietaria la stessa storia che ora voi state leggendo, ho comprato l'altro libro. Anche qui con una promessa: l'anno prossimo, magari in primavera, anche per festeggiare quelli che saranno i miei (primi) trent'anni, là dove finiranno altre cose - della mia vita - e ne cominceranno di nuove.
La vera casa dell'uomo non è una casa, è la strada. La vita stessa è un viaggio da fare a piedi
- Bruce Chatwin
Dalla meta finale di questa traversata della Penisola da mare a mare, non ci separa che un ponte. E allora, imbocchiamo pure la via ciclo-pedonale sulla "diga" Leopoldiana, che congiunge il promontorio dell'Argentario alla penisola di Orbetello. Stiamo camminando al centro di un'enorme laguna, dovunque intorno a noi unicamente acqua. In lontananza, a oriente, potremo scorgere quella terraferma da cui siamo giunti con la sola forza delle nostre gambe. E forse non ci sembrerà vero: di avere attraversato l'Italia dall'inizio alla fine.
- Simone Fignani descrive il passaggio sulla laguna di Orbetello, tratta finale del viaggio