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Attualità

Appunti sull'obiezione di coscienza

Percentuali da capogiro, quelle che potete vedere in questa infografica (via Presa Diretta). Che in alcune realtà - come le regioni Basilicata e Molise o la città di Bolzano - tendono persino al 100%.

Io sono ovviamente contrario all'obiezione di coscienza. Ma qui non entrerò nel merito della mia posizione specifica, perché qui possiamo anche supporre che l'obiezione sia legittima - ai soli fini del discorso, poi in un futuro articolo ci sarà magari la possibilità di approfondire la mia posizione riguardo la legittimità dell'obiezione.

Dunque, come dicevamo, supponiamo che sia legittima.
Qui però siamo di fronte a una realtà particolarmente grave e preoccupante: in Italia le donne non possono esercitare un proprio diritto (legge 194) e, di conseguenza, lo Stato risulta inadempiente, dal momento che riconosce un diritto, ma materialmente è lui stesso a ostacolarne materialmente l'esercizio (visto che, essendo il servizio sanitario è pubblico, lo Stato è lo stesso soggetto che, da una parte, riconosce e disciplina quel diritto e che, dall'altra, dovrebbe offrirne la possibilità di accesso).

Ora, poiché il diritto alla salute del cittadino è prioritario rispetto alla realizzazione professionale del singolo medico (che si traduce nel voler diventare necessariamente un ginecologo anziché un ortopedico e contemporaneamente nell'esercitare l'obiezione di coscienza), si rende necessario adottare due provvedimenti:

  1.  imporre un tetto massimo di medici obiettori per ogni presidio. Ragionevolmente non vedo perché dovrebbe essere superiore al 33% del totale.
    Prima la salute e i diritti della donna. Poi, quando questi sono soddisfatti, solo quando si è certi di averli soddisfatti, allora può venire il diritto  del singolo di voler diventare un ginecologo e contemporaneamente esercitare l'obiezione di coscienza;
  2. verificare (nella totalità dei casi e non a campione) che nessun obiettore successivamente offra gli stessi servizi tramite privato. Dovrebbe essere uno dei requisiti per l'esercizio dell'obiezione di coscienza.
    Perché qui, oltre l'infrazione del codice deontologico (procurata non certamente dal singolo obiettore, ma nel momento in cui i medici presenti sono tutti obiettori e il paziente rimane effettivamente senza cure), si configura anche l'ipotesi di truffa ai danni dello Stato, dal momento che l'obiezione può diventare uno strumento molto efficace per impedire un servizio pubblico così da poterlo successivamente offrire in forma privata.